La Strada delle 52 Gallerie
Un tuffo nella Prima Guerra Mondiale, per rivivere la grandiosità delle 52 gallerie create dai soldati italiani sul fronte italo-austriaco.
La Strada delle 52 gallerie (o strada della Prima Armata) è uno dei nostri luoghi preferiti, perchè passiamo la giornata a fare del sano trekking e allo stesso tempo riviviamo la storia italiana della Grande Guerracon questa maestosa opera di 100 anni fa e che ancora oggi nasconde centinaia di ossa sotto il terreno, in attesa di essere ritrovate.
Questa mulattiera militare costruita durante la prima guerra mondiale sul massiccio del Pasubio è lunga quasi 6.555 metri, dei quali ben 2.335 sono suddivisi nelle 52 gallerie scavate nella roccia. L'ideatore della strada fu il capitano del genio Leopoldo Motti, caduto poi il 29 settembre 1917 durante l'esplosione della prima mina austriaca sul Dente Italiano.
Questa strada è ad oggi un vero e proprio capolavoro d'ingegneria militare e simbolo di resistenza: consideriamo le condizioni metereologiche e logistiche per l'epoca (inizio Novecento) in cui fu costruita, nonché la velocità d'esecuzione: i lavori cominciarono il 6 Febbraio 1917 per concludersi definitivamente nel Novembre 1917.
Fu realizzata dalla 33ª Compagnia minatori del 5º reggimento dell'Arma del genio dell'Esercito Italiano, con l'aiuto di sei centurie di lavoratori che scavarono le gallerie grazie all'aiuto della dinamite per permettere la comunicazione e il passaggio dei rifornimenti dalle retrovie a valle alla somma del Pasubio, dove era stanziata la prima linea al riparo dal fuoco nemico.
Come raggiungere le gallerie:
Si raggiungono gli unici due parcheggi disponibili (al costo di 6€) che si trovano sopra il Passo Xomo.
La strada è stretta e non asfaltata verso la fine; per il parcheggio è necessario avere i cosiddetti soldi spicci, dato che l’apparecchio automatico purtroppo non accetta banconote.
Si parte lungo l'ex strada militare sulle pendici del Monte Pasubio ed è curioso leggere la storia nei primi pannelli informativi a colori, appunto per capire il senso di questo lavoro. Dopo le prime curve raggiungiamo il primo tunnel, altri cartelli descrivono la storia delle lotte per il Pasubio e la costruzione della strada durante la Prima guerra mondiale. È consigliato avere con sé almeno una torcia, perché alcuni dei 52 tunnel che attraversiamo sono lunghi e il terreno è roccioso e in parte umido. La prima volta che ci siamo imbattuti in questo luogo era inverno, eravamo senza torce e senza cibo e acqua (non fatelo, noi ci eravamo imbattuti per caso e volevamo fare qualche centinaio di metri per prometterci di ritornarci e cosi è andata).
Inizialmente il percorso è un po' ripido e pensare di fare tutte le 52 gallerie in questo modo può far desistere qualche persona, ma in alcuni tratti la strada è pianeggiante e la vista è pressoché MAGNIFICA! Lascia veramente di stucco vedere le Dolomiti da questa prospettiva. Qui si possono fare delle foto da copertina inviadibili.
In tutti i suoi passi ci si sente di camminare nella storia, ad ogni galleria c'è il solito cartello che indica il nome a cui è dedicata e il numero progressivo.
Inoltre, il bello è che sono tutte diverse tra loro, alcune sono aperte e naturalmente servivano da illuminazione e da postazione per i cannoni (uno dei quali è ancora presente oggi), mentre tra una galleria e l’altra, venivano posizionati i pozzetti per le mine che in caso di imminente emergenza i soldati avrebbero potuto far saltare un tratto del percorso.
La nostra preferita è la numero 20, al termine del quale il paesaggio lascia stupiti!
Alla fine di questa spettacolare strada, raggiungiamo il rifugio Achille Papa, luogo perfetto per riprendere un po' di fiato e rifocillarsi. La seconda volta che siamo venuti qui, al rifugio abbiamo incontrato e conosciuto il ragazzo che gestisce il rifugio e ci ha raccontato che al suo interno è ancora presente un disegno fatto su un muro da un soldato nemico dell'epoca. Inoltre, essendo uno storico, dedica l'estate a scoprire la zona: ha rinvenuto posaterie e materiale di consume giornaliero sempre all'interno di rifugi, che appartenevano ai soldati di passaggio in quel periodo.
Curiosa è anche la foto di come si presentava la "baraccopoli" del tempo di fronte al rifugio, in una ripida scarpata che sembra impossibile. Il gestore ci ha spiegato che veniva chiamata "la Milano" da quanto erano fitte e che ancora è possibile capire dove fossero le latrine. Qui tanti soldati aspettavano di essere mandati al fronte, molti morivano per il freddo e alcuni si salvavano perché infermi venivano rimandati a valle.
Tra il 1915 e il 1918 morirono 13mila soldati sul Pasubio sotto il fuoco nemico, le mine e le slavine che queste creavano. Ci ha anche tristemente raccontato che fino dopo la 2° Guerra Mondiale era vietato alle persone salire sul Pasubio e fino agli anni 60-70, venivano poste delle grandi ceste per raccoglie le ossa dei soldati morti che si trovavano facilmente lungo il percorso o nei dintorni.
Solo nel 1938 (20 anni dopo la fine della 1° Guerra Mondiale) fu creata la Strada degli Eroi in onore dei caduti e per permettere alle moglie e i parenti dei defunti di rendere omaggio. La strada degli Eroi è un tratto di strada carrabile, dal lato opposto del rifugio Achille Papa, costruita da Mussolini per dotare la zona di una via d'accesso sicura e agevole per i mezzi motorizzati. Il nome deriva dal fatto che sulla parete rocciosa sono collocate delle targhe in onore delle 12 medaglie d'oro al valor militare che combatterono sul Pasubio durante la Grande Guerra.
Dal rifiugio Achille Papa è possibile proseguire verso il fronte austriaco e il gestore ci raccomanda di seguire i percorsi ed evitare di uscire dal sentiero perché è un territorio ancora molto inesplorato, pieno di pericolose cavità e possibili vecchie mine.
Come ritornare al Parcheggio:
Dal rifugio dietro la strada delle 52 Gallerie, c'è una strada carrabile che riporta al parcheggio in modo sicuro. Alcune persone tornano procedendo a ritroso per le gallerie (come abbiamo fatto noi non sapendolo) ma è assolutamente da evitare! perché è facile prendere velocità, scivolare e cadere giù.
Info utili:
- Il percorso richiede 3-3,5h, poco adatto con i bambini
- Difficoltà intermedia
- Altitudine del rifugio circa 1.913 slm
- Periodo consigliato da Giugno a Settembre
- Consultare il meteo in quanto la strada è a strapiombo e tanta gente è morta (durante il percorso si vedono tante foto di persone cadute)
- Prestare comunque attenzione al cambio improvviso del meteo che può verificarsi in montagna
- Cibo e acqua in abbondanza e attrezzatura tecnica se possibile
- Torcia utile
Da non perdere nei dintorni! (vedere su Map):
-Scaffali della memoria
=Galleria Generale Achille d'Havet
-Passo Sette Croci
-Dente Austriaco
-Cima Tibet
Link utili:
Itinerario in mappa:
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