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Turchia in moto

Da Salonicco a Istanbul, Capadocia e Bursa.

3.000km in 4 giorni, in solitaria.


ITINERARIO IN MAPPA SUGGERIMENTI ISTANBUL GOREME TUZ GOLU BURSA


Salonicco-Istanbul

615km - 7h (compreso il border)

Sono voluto ritornare in Turchia dopo che ad Aprile scorso siamo stati a Istanbul e Capadocia in aereo (consiglio di vedere il blog dedicato per saperne di più). Istanbul è una città che suscita seimpre qualcosa di speciale, è impossibile annoiarsi delle bellezze architettoniche e della vita notturna che offre. Anche la Capadocia rimane uno dei luoghi più particolari e affascinanti di questo mondo.

Per non parlare del volo in mongolfiera, il canyon, le città sotterranee....


Decisi cosi, 36h prima di partire, che ci sarei tornato in moto, in solitaria.


Una volta tornato a casa dal lavoro, avevo mappato il percorso e suddiviso egualmente i chilometri giornalieri , prenotato solamente un primo ostello a Istanbul e il resto sarebbe venuto da sé. I chilometri erano tanti e i giorni pochi, ma la mia fortuna è stato il tempo perfetto e un clima mite, quasi un miracolo per un motociclista.


Cosi, dopo 24 ore, mi sono svegliato alle 6 del mattino con la moto già pronta dalla sera precedente, pochi vestiti leggeri e pesanti, i documenti necessari (vedi poi la lista in fondo dei consigli), kit foratura, cibo e acqua e una tanica di benzina da 5lt (inutile ma per precauzione).

Come prima tappa mi sono diretto verso Kavala e Alexandropulis attraverso la bellissima E90 (che si trasforma in E84 in Turchia) e vedere la mia città e questa strada per Kavala all'alba mi mette subito di buon umore, apro il gas e mi fiondo al border con la Turchia, mi aspettano 615 km e 7 ore di viaggio e quello che mi preoccupa è l'attesa alla frontiera e il mio appuntamento nel pomeriggio per vedere la Cisterna di Istanbul.

Arrivato alla frontiera turca si palesa davanti a me un'imponente struttura dalle sembianze arabe con bandiere enormi che spiccano verso il cielo. Ne rimango inebriato per qualche minuto, era la prima volta che portavo la moto nel continente asiatico e mi sembra il viaggio della vita. Passo un primo check veloce dove mi registrano la targa della moto con la telecamera e mi chiedono di ripetere la targa mentre un impiegato sorridente la riporta a mano sul computer.


Fortunatamente era un giorno lavorativo, essendo partito di Giovedì 29 Settembre per ritornare Domenica 02 Ottobre, quindi avevo solo qualche macchina davanti a me quando arrivo al controllo principale. Decido di aspettare in coda per riposarmi dopo diverse ore di guida. Fa un pò caldo ma sopportabile, e nel frattempo a fianco a me si ferma una Vespa rossa targata Germania con sopra una coppia di mezza età che mi fa un cenno di saluto.

Arrivato il mio turno mostro il passaporto (accettano anche un documento valido per l'espatrio) e il libretto della moto. Dopo qualche minuto mi ridanno documenti e passo alla finestra successiva dove chiedono il passaporto, il libretto, la patente e l'assicurazione. Non credevo che la mia assicurazione coprisse la Turchia perché non mi hanno chiesto di stipularne una sul momento. Dopo circa dieci minuti mi timbrano il passaporto ed entro finalmente in Turchia, non sto più nella pelle!!!


Già dai primi chilometri si possono assaporare le strade perfette che ci sono in questo paese. Asfalto nero e senza buche, strade larghe e pulite. Amo questo paese.

Mi affretto a procedere velocemente per Istanbul e sono solo le 12 ma prima faccio il pieno di benzina a 1,10 euro/lt. Proseguo veloce fino a Tekirdağ dove mi fermo a mangiare un panino che avevo nel bauletto insieme a una lattina di thè che mi ha regalato una ragazza dopo che le ho riattaccato il paraurti in una piazzola di sosta vicino Kavala. A Tekirdag faccio la mia conoscenza con il Mar di Marmara, stessi colori del Mar Nero e con le acque leggermente torbide.

In un ora e mezzo sono finalmente a Istanbul, sono emozionato e mi dirigo diretto alla Cisterna. Qui i problemi principali della città affiorano subito, il traffico è congestionato e per fare i 2km che mi separano dall'arrivo ci impiego 45 minuti con la moto surriscaldata e la ventola che urla e manda calore sulla gamba sinistra. Istanbul si presenta bella come sempre, viva come poche città europee e ricca di colori fantasiosi.


Istanbul

Cisterna Basilica

Dopo sei mesi dall'ultima volta che siamo stati a Istanbul posso finalmente vedere questo posto in quanto negli ultimi quattro anni ha subito un pesante restauro e non avevamo avuto l'occasione di visitarlo. Essendo un amante del mondo sotterraneo, che siano antiche gallerie riusate nella guerra mondiale, città sotterranee o luoghi misteriosi, non potevo farmi scappare l'occasione di vedere questo luogo magnifico.

Avevo già prenotato il biglietto e l'orario di visita preferito attraverso Google per cui salto la fila ma un assistente mi indica il punto dove aspettare la guida insieme ad altre persone. Guida che in seguito ti fa saltare la fila, ma ti racconta in 10 minuti le stesse informazioni che sono su Wikipedia e una volta dentro ti indica il percorso e che alla fine aspetterà li, ma poi sparisce. Quindi se si hanno domande purtroppo non si avranno risposte. Consiglio quindi di arrivare sul posto e scannerizzare il QR code vicino all'entrata per avere solo il biglietto e saltare la fila se non si vuole usufruire delle varie giovani guide del posto. Forse con i soldi della guida è meglio comprare un piccolo libro informativo con tutta la storia all'interno.


Un pò di storia: "nel 532 l'Imperatore Giustiniano ha ricreato e ampliato questa cavità sotterranea preesistente fin dai tempi dell'Imperatore Costantino. La cisterna era alimentata dall'acquedotto di Valente, un acquedotto tra i più lunghi della romanità, che portava acqua fin dalla foresta di Belgrado, questo perché Istanbul era una delle poche città al mondo che non godeva di una sua sorgente sotterranea di acqua potabile.

Dimenticata durante il Medioevo, fu riscoperta casualmente tra il 1544 e il 1550 dal viaggiatore olandese P. Gyllius nel corso di ricerche archeologiche sulle rovine di Bisanzio e poi diventata meta turistica e una dei simboli di Istanbul.."


Nel corso dei secoli ha subito importanti restauri, almeno 2, e l'ultimo dal 2018 fino a Luglio 2022, ecco perché non ho voluto perdere questa occasione. Non so come fosse in precedenza, di sicuro sempre bella, ma durante la mia permanenza nella Cisterna i turisti godevano anche di un semplice ma suggestivo spettacolo di luci, dal rosso al bianco, che colorava le colonne e l'acqua sottostante la passerella.

L'imponenza e l'importanza per la città di questo luogo è sulla bocca di tutti e lo spettacolo è assicurato. Si rimane a bocca aperta per la grandezza e la bellezza di questo luogo. Inoltre, ci è stato suggerito di guardare con attenzione le 336 colonne, molte diverse da loro e provenienti da luoghi diversi e realizzate con materiali diversi.

Suggestive anche le due colonne con alla base la testa di Medusa rovesciata all'epoca per errore e rimasta poi definitivamente in questa posizione. Dietro a queste due colonne c'è la statua di Medusa che, grazie al proiettore puntato contro, realizza un'ombra alquanto spaventosa!

Il percorso turistico è formato da pedane di ferro che gira intorno al perimetro della Cisterna e sotto di esso c'è proprio l'acqua che manteneva in vita dei pesci ma i quali sono stati eliminati durante l'ultimo restauro.




Dopo la visita alla Cisterna sono passato davanti alla moschea di Agia Sofia che si trova ad un passo e ho fatto ritorno nella via che riportava alla moto, dal nome Yerbatan Cd. Questa via pedonale presenta degli edifici colorati che offrono ristoranti e bar tipici particolari. Ne la volta precedente ne questa ho avuto purtroppo la possibilità di provarli ma la prossima volta sicuramente non mi lascerò fuggire l'occasione.


Proseguo fino all'ostello guidando a zigzag per non rimanere imbottigliato nel traffico assurdo e prendo due vie in contromano con quattro poliziotti che mi guardavano ridendo (il navigatore forse non era aggiornato) ma nel giro di 20 min sono riuscito a parcheggiare nel giardino sul retro che avevo prenotato e che consiglio vivamente di prenotare per una vacanza a Istanbul, se guidate una moto o un mezzo personale.

L'ostello si chiama Hamam Hostel 1469 che offre una posizione centralissima e un piccolo retro dove parcheggiare una macchina o una moto. Purtroppo la Turchia non offre un'igiene adeguata allo standard europeo e anche qui ho dovuto un pò arrangiarmi. Sicuramente ho scelto un ostello, ma capita anche in hotel di categoria superiore di mancare in certi dettagli di pulizia.

La sera mangio un piatto unico turco e un paio di limonate fatte in casa prima di tornare in camera per dormire. L'indomani la sveglia era nuovamente alle 6, direzione Capadocia!


PS: in ostello ho conosciuto un ragazzo russo (non so scrivere il nome) che si era rifugiato a Istanbul per scappare dalla guerra in Russia. Purtroppo la situazione era diventata insostenibile per lui e la famiglia (moglie e figli sono andati in Cina) e ha deciso di uscire dal paese, cosa impossibile ora perché mi ha raccontato che per gli uomini è vietata l'uscita dal paese perché verranno richiamati alle armi. Durante la bella chiacchierata che lo ha risollevato, abbiamo riso e scherzato insieme mentre mangiavamo i pistacchi che avevo comprato vicino al Bazar. Gli mando un saluto e gli auguri un futuro migliore anche alla famiglia.



Istanbul-Capadocia

Uçhisar e Göreme

735km-7,5h (non comprese le soste)

La strada programmata va da Istanbul a Göreme, sfiorando Ankara, in parte autostrada (economica) e in parte statale veloce. Nonostante abbia scelto inizialmente l'autostrada, questa permette comunque di vedere paesaggi collinari e montani stupendi senza dover necessariamente affrontare percorsi più lenti. L'autostrada è la E80 che si trasforma in E89 poco dopo la città di Bolu.


Istanbul alle 7 del mattino è meravigliosa, il sole stava sorgendo in quel momento e l'aria era fresca ma piacevole. Imbocco l'autostrada direzione Ankara, asfalto perfetto e quattro corsie veloci, ma dopo circa 200 km un tir ribaltato trasversalmente blocca la viabilità causando una coda infinita. La fortuna di essere in moto mi permette di proseguire agevolmente anche se la visione di questo incidente mi preoccupa visti i chilometri che devo ancora affrontare.

Proseguo ancora finché il paesaggio passa dall'essere verde e montuoso a semi desertico e spoglio, primo segno che mi sto addentrando nella parte centrale della Turchia. Passo una zona rocciosa che mi ricorda la Capadocia anche se ben lontana dalla sua bellezza e scatto qualche foto dal bordo della strada, poco pericoloso visto che sono tutti in coda dietro al camion ribaltato. Ogni tanto mi fermo per fare il pieno o per bere una bibita energetica in quanto la fatica si sta facendo sentire.

Scopro con piacere che alcune aree di sosta sono giganti, dei veri e propri villaggi in miniatura fatti di centri commerciali, hotel, ristoranti e pompa di benzina a seguito. In una occasione ho fatto un giro al centro commerciale dove al suo interno ho trovato fast food di ogni tipo, bar e negozi di vestiti o telefonia. Credo che questa autostrada colleghi direttamente la parte est con la parte ovest permettendo di tagliare in due l'intera Turchia visto che offre cosi tanto agli automobilisti.

A circa 300 km da Göreme il paesaggio diventa lunare ma colorato, una immensità che lascia sbalorditi, sembra di vagare nel nulla e questo mi piace. Il cielo è sereno e i colori si fanno man mano più chiari e tendenti al giallo mentre mi avvicino alla meta. Quasi sembrano enormi distese di cambi di grano tagliati, o forse lo sono?

Prendo l'uscita per Nevşehir e mi fiondo fino a Göreme e qui rimango per la seconda volta illuminato da questa suggestiva bellezza di questo territorio dove una volta il popolo viveva nelle rocce o fino ad otto piani sono terra per difendersi dai nemici e dal freddo o dal caldo. Faccio una foto di rito con i cammelli in un'area di sosta (come avevo già fatto in Aprile) e parcheggio la moto in hotel. Il mio hotel è il Kayatas Cave Suites, un classico luxury cave ovvero hotel costruiti in queste rocce particolari e la mia camera doppia con colazione e parcheggio privato l'ho pagata circa 36 euro, una super offerta. La colazione meritava da sola la permanenza in questo posto.



Göreme

Sculpture Park "Time And Space"

Questo viaggio non l'ho fatto per riscoprire la Capadocia ma era semplicemente il sogno di raggiungerla in moto. Anche il poco tempo non me lo permetteva di rivedere la Pigeon Valley, la Love Valley, i Camini delle Fate o le città sotterranee. Mi ci sarebbero voluti altri tre giorni che avrei fatto volentieri. Quindi ho lasciato il bauletto in Hotel e sono andato a fare un pò di sano off-road tra le rocce! Qui ci si diverte moltissimo, il terreno è abbastanza battuto anche se in certi punti è misto roccia-sabbia. Io personalmente sarei rimasto a guidare in questo posto ogni giorno perché il divertimento me lo sono assicurato. Per chi lo desidera si possono affittare quad o cavalcare un cavallo sia da soli che in gruppo.



Siccome la guida in off non mi bastava, ho provato a raggiungere la Love Valley che avevamo visitato ad Aprile ma purtroppo non ricordavo che fosse chiusa alle auto e raggiungibile solo a piedi. In questa occasione ho seguito un gruppo di persone che guidavano i quad per fare un altro pò di fuoristrada e qualche curva al di fuori della città. Ed è proprio guardandomi in giro che ho notato questi strani disegni sulle colline fatti con le pietre che alcuni raffiguravano proprio animali, quasi come fossero cerchi nel grano ma fatti di pietra e, mentre cercavo su google come raggiungerli, ho realizzato che erano lontani a piedi ma invece avevo trovato questi "totem" situati nella "Sculpture Park "Time And Space". Siccome si stava facendo tardi ed era più facile raggiungerli ho guidati in off finché un muro di pietra non mi ha fermato e poi ho proseguito a piedi. Dopo 10 min di camminata arrivo a questo primo totem immenso che mi dava la sensazione di essere uno Stargate, per poi proseguire nel vero e proprio parco ricco di totem.

Da quassù la vista e a perdita d'occhio e il sito molto particolare, lo consiglio se si ha ulteriore tempo a disposizione.




Prima di ritornare in hotel ho proseguito il fuoristrada tra le rocce incontrandomi e unendomi ai tantissimi quad in circolazione e persone a cavallo, per godermi finalmente il tramonto in armonia.

Finisco la serata mangiando il classico piatto unico turco composto da riso, verdure, un peperone verde al centro e della carne per poi fiondarmi a riposare. il mattino seguente mi aspettavano altri 650 km per arrivare a Bursa.


Göreme-Tuz Gölü

Lago salato

160km-2h

Inizialmente non era prevista una sosta qui. Ad Aprile ricordavo che volevamo raggiungere un famoso lago rosa ma non pensavo ci sarei passato a fianco da li a poco. Una volta partito da Göreme mi sono diretto senza autostrada verso Bursa e, risalendo di circa 190 km lungo il mio percorso sulla strada statale D750, vedevo in lontananza sulla mia sinistra questo territorio che sembrava uno strano specchio bagnato, quasi come fosse un deserto rovente e mi chiedevo in quelmomento cosa potesse essere. Sapevo avrei sfiorato un lago lungo il tragitto ma questo non mi sembrava il lago che avrei voluto visitare mesi prima.

Per un pò non ci faccio caso e lungo questa statale veloce poco trafficata mi ritrovo sulla destra un paesaggio bellissimo, colore giallo canarino con qualche striatura scura e queste strade asfaltate che si perdevano nel mezzo di questo monti spogli. Ero in orario e decido di prendere una di queste vie un pò per la curiosita' e un pò per godermi questi monti. Il percorso portava in mezzo al nulla e di tanto in tanto scorgevo qualche pascolo ma posso assicurare che il panorama era indescrivibile! Sembrava di stare in sudamerica dove attorno regnava l'infinito. Il giretto si conclude all'ingresso di un villaggio abitato dove faccio dietro front per riprendere la strada principale.



Nel tornare indietro ho di fronte a me ancora questa specie di deserto rovente ma il guardrail che divideva le due corsie non mi permetteva di avvicinarmi dall'altra parte per osservare meglio. Ho guardato il navigatore zoomando indietro e mostrava un lago enorme, ma l'acqua dov'era?

Man mano che guidavo e mi avvicinavo sempre di più, riuscivo ad intravedere al suo. interno delle ruspe e camion in mezzo al lago e ho capito che era il famoso lago salato, semplicemente gigantesco! Avrei voluto farci qualche foto nel mezzo o passare con la moto ma era tutto recintato, finche' un bel cartello colorato mi indica l'entrata al lago Tuz Gölü, che fortuna!. Parcheggio la moto dove tra i pullman pieni di turisti e dove sono presenti bar, ristoranti e souvenir shop mentre l'entrata al lago è obbligatoria passando all'interno del piccolo centro commerciale.


Il lago salato si presenta bianco come il latte, da lontano sembra, come raccontavo prima, uno specchio o un deserto rovente, complice la giornata calda e molto soleggiata. Era la prima volta in vita mia che provavo questa esperienza e ne e' valsa la pena. Le persone sembravano piccole formiche che vagano senza meta, altri giocavano con i bambini a raccogliere e tirarsi il sale addosso. Se ripasserò' mai da qui, ci ritornerei molto volentieri!




Tuz Gölü-Bursa

Il ritorno condito da esperienze belle e brutte

Finisco il giro al lago, faccio e mi faccio fare qualche foto e mi rimetto velocemente in moto, ho perso molto tempo e devo recuperarlo. Riprendo la statale che mi porta poco dopo nell'entroterra, con strade veloci che scorrono in mezzo al nulla, zero traffico e grandi curve divertenti. Il paesaggio rimane incantevole come anche il meteo ma vengo brevemente rallentato passando per una strada con lavori in corso, obbligandomi a proseguire sulla ghiaia per un paio di chilometri, proseguendo veloce al suo termine e ammirando il panorama, finche' non rientro in un'altra statale veloce. Dopo qualche chilometro vedo un motociclista fermo da un lato, mi fermo per chiedere se avesse bisogno di aiuto e conosco Seyyahi (se si scrive cosi), un giovane poliziotto turco simpaticissimo che ha consumato il mozzo della ruota ed e' rimasto bloccato in attesa dell'assistenza. Purtroppo non riesco ad aiutarlo ma condividiamo Instagram, facciamo qualche foto insieme e mi aggiudico un valido aiuto in Turchia se mai ne avessi bisogno in futuro, o un amico che mi ospiterà nel caso un giorno mi troverò nei dintorni di Antalya.



Dopo tanti calorosi e sinceri saluti riprendo la moto ma dopo appena 3 km vedo una scena raccapricciante, un piccolo suv si era schiantato sulla punta del guardrail che divideva la strada principale con quella per l'uscita, tagliando in due l'auto e uccidendo purtoppo l'uomo che c'era dentro. Molte persone stavano cercando di aprire le portiere ma per lui era troppo tardi, il corpo era riverso per meta' fuori dal parabrezza. Mi faccio un segno della croce e proseguo pallido, addolorato e un pò spaventato ma il viaggio doveva continuare.


Le strade rimangono pulite dal traffico e proseguo tranquillamente per diversi chilometri lungo la statale principale che poco dopo attraversa una piccola città per poi fermarmi ad un semaforo rosso dietro un tir. Alla ripartenza il tir davanti a me procede stranamente a zig zag e intravedo davanti al camion una macchina molto vecchia piena di persone che gesticolano al camionista. Io e l'auto che mi precede decidiamo di sorpassare a sinistra in quanto la corsia era libera ma improvvisamente il tir sterza verso di noi obbligandoci a inchiodare per poi speronare l'auto davanti che si gira su se stessa, facendomi ritrovare in una nube di fumo e vetri che mi arrivano sino in faccia. Faccio in tempo a frenare e non essere tamponato, le macchine dietro inchiodano e suonano all'impazzata e vedo la povera auto che finisce la corsa contro un marciapiede e si ribalta sull'altro lato. Il camionista procede come se niente fosse... ma io ne ho viste già troppe oggi. Suono e faccio cenno di sorpassarlo e vado più veloce che posso per dimenticare la scena e proseguire per la mia strada. Nel frattempo si erano fermate delle auto ad assistere quelle povere persone.


Mentre ripensavo al pericolo che ho corso e alla fortuna che ho avuto, dichiaro con me stesso che i camionisti in Turchia sono pazzi. Uno si era ribaltato in direzione Capadocia, questo ha speronato un auto ed è scappato, devo stare attento. Riprendo la mia moto e dopo altri 100km ecco un altro signore che spinge la moto a piedi sulla corsia di emergenza. Mi fermo per chiedere quale sia il problema e la sua faccia stanca e sudata mi fa tristezza, è molto buono e amichevole ma sfortunatamente non ha bisogno della mia benzina che gli avrei felicemente regalato ma aveva sfondato la camera d'aria e doveva tornare a casa in qualche modo. Non avevo acqua con me e lui era palesemente sudato e affamato. Ci facciamo comunque una foto e ci salutiamo calorosamente. Speriamo sia andata tutto bene per lui.



Continuo il mio viaggio in direzione Bursa, la strada rimane perfetta e poco trafficata, e il paesaggio circostante si fa man mano più verde, segno che ci stiamo avvicinando a Ovest vicino all'acqua. Dopo una sosta di un'oretta a sorseggiare thè per 15 lire turche in un bar adiacente una pompa di benzina abbandonata, salgo in sella per recuperare altro tempo perso e poco dopo vedo lo stesso tir che ha speronato l'auto circondato dalla polizia, spero giustizia sia fatta.

La periferia di Bursa si palesa velocemente, non mi sorprende per bellezza in quanto ha le sembianze di una ex città sovietica tutto cemento e poco verde. il traffico si fa più pesante e la cosa non mi piace, ma riesco ad arrivare in hotel tranquillamente. L'hotel, rigorosamente in centro, è un tre stelle con parcheggio privato. A detta del receptionist il parcheggio privato per la mia moto non era nient'altro che l'entrata dell'hotel stesso! Dopo una risata di stupore chiedo conferma e lui annuisce. E va bene, parcheggio la moto all'entrata e finisco la serata con due hamburger, ne avevo mangiato troppo di riso da quando ero partito.

PS: devo dire che il centro nella parte alta della città è tipico e colorato, era carino ma più di un giorno qui non lo sprecherei, la Turchia offre spettacolo migliori ma rimane una città principale che offre tutto il necessario per spezzare un lungo viaggio.



Bursa-Salonicco

1915 Çanakkale Bridge

710km-8h

Il mattino seguente mi sveglio sentendo un vento fortissimo che mi accompagnerà per tutto il tragitto fino a Salonicco. Il ritorno si prospetta lungo, con l'attraversamento del Mar di Marmara con un piccolo traghetto e il border Turchia-Grecia. Il mio Tom Tom mi fa proseguire verso Nord Ovest senza particolare traffico anche se il mio pensiero fisso andava al traghetto e ai suoi orari, non volevo perdere troppo tempo anche se l'idea di prendere una nave e attraversare quel poco di mare che mi separava mi piaceva come idea. Faccio un'altra sosta sul mare e mi fermo sulla spiaggia selvaggia ad ammirare la bellezza di questo posto, finché un dubbio mi assale in quanto anche qui sul mare il vento continua ad essere fortissimo. Sarebbero partiti i traghetti?

Questo dubbio viene sciolto quando il navigatore mi dirige verso il porto ma in lontananza vedo un ponte nuovissimo dalle dimensioni enormi, come quello di Brooklyn, che collega le due coste. Non mi sembrava vero ma il mio navigatore non era aggiornato e non riconosceva quel ponte. Cosi chiedo informazioni in un market dove ho comprato cibo e redbull, e mi confermano che è sia aperto che gratuito, al momento.

Il ponte lo si imbocca proseguendo oltre ad esso per poi uscire sulla destra e fare una immensa mezza luna che entra direttamente sul ponte. E' veloce, nuovo di pacca e affascinante, un'opera imponente! Appena si arriva dall'altra parte si entra diretti in autostrada anche questa nuovissima con tre corsie che collega le maggiori destinazioni tra le quali Istanbul.

La Turchia sta investendo molto nelle strade e il lavoro che stanno facendo è di ottima qualità condito in certe zone da paesaggi mozzafiato.




Tenendo una velocità appena sopra la media, causa il vento persistente, arrivo alla frontiera con la Grecia quasi in orario. L'entrata per l'Europa è stata velocissima, niente controlli particolari, solo il passaporto e via che si và.

Qui ho incontrato un ragazzo danese che dalla sua città è arrivato perfino in Georgia e Armenia attraversando tutta la Turchia con la sua Suzuky V-Storm 650 e ho anche ritrovato un signore bulgaro che avevo incontrato sempre in frontiera il primo giorno per l'ingresso in Turchia. Varie chiacchiere e risate accompagnano la veloce attesa che ci separa da casa nostra e ci auguriamo infine un buon ritorno e una buona vita.




Questo piccolo viaggio in solitaria mi ha fatto conoscere bellissima gente e ricordare quanto sia ospitale il popolo turco. La Turchia è una meta obbligatoria e offre meraviglie naturali, strade panoramiche ed è l'accesso per eccellenza al continente asiatico. Non mi sono mai sentito in pericolo con le persone che mi circondavano anzi, avevo l'impressione che fossero felici di vedere uno straniero visitare il loro paese. A differenza della Grecia, la Turchia è molto pulita, raccolgono la plastica lungo le strade e autostrade e mantengono il decoro delle aree verdi intorno le strade. Questo non significa che riciclino il tutto anche perché spesso mi è sembrato di intravedere qualche discarica a cielo aperto, ma perlomeno non rimane tutto in giro.


Suggerimenti:

- avere con sé un kit per le forature se attraversate zone isolate. L'assistenza stradale c'è ma si rischia di perdere troppo tempo se avete i giorni contati o se sta calando il sole, l'escursione termica in Capadocia in primavera o autunno è pericolosa


- non litigate mai con i camionisti


- ad Istanbul fate riserve di pistacchi o frutta secca, thè in polvere o altro che via piaccia perché i prezzi sono imbattibili. Al Grand Bazar di Istanbul i prezzi sono sopra la media quasi il doppio rispetto ai piccoli commercianti in giro per la città


- se avete tempo, esplorate le strade anche meno conosciute evitando di tanto in tanto le autostrade, vi immergerete con la natura


- sempre utile avere cash, spesso gli hotel caricano commissioni fino al 7% per chi paga con carta


- la rete stradale offre aree di servizio molto più capillari rispetto a Italia e Grecia, quasi fosse una passione


- sopratutto in Capadocia, sempre bene portarsi una maglia o calza termica perché lo sbalzo giorno-notte è notevole


- tranquilli per la gendarmeria, mi hanno fermato e fatto complimenti per la moto e per il paese da cui provengo e dando un'occhiata veloce al passaporto, agli altri turchi in coda dietro di me hanno perquisito le auto


- per ultimo, ricordate l'igiene? se avete tanti chilometri e pochi giorni, meglio concentrarsi su hotel di categoria superiore, fuori stagione in Capadocia ho pagato 36-39 euro per una suite doppia con colazione e parcheggio privato interno in centro a Goreme


Buon viaggio da Fabio e Federica!!



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