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Nepal: templi e monaci di Kathmandu

Un viaggio di ricerca interiore in Nepal, tra le meravigliose città antiche della valle di Kathmandu e gli insegnamenti del Lama in un monastero buddista.



Per questo viaggio mi sono affidata a ViaggiAvventureNelMondo perchè diversi amici me ne avevano parlato bene come tour operator e perchè proponeva un'esperienza diversa e più spirituale. Con me questa volta mia mamma, ottima compagna di avventure.

Esperienza incredibili di dormire al Monastero: al Benchen Vihar

Arriviamo a Kathmandu ancora un pò stordite dal viaggio ma entusiaste e con tanta voglia di fare. Il bus si butta nel traffico e dopo un tempo infinito fatto di polvere, motorini e clacson arriviamo al Monastero.

A prima vista sembra un semplice edificio ma si rileva presto un paradiso di pace rispetto al contesto interno. Il monastero è abitato da monaci e lama buddisti che dimorano in un complesso a sinistra dell'ingresso, mentre a destra il tempio bellissimo e colorato, una piccola bottega e le scale che risalgono la collinetta e portano al cortile e alla foresteria. Le scimmie gironzolano felici e fanno dispetti portando via cibo e qualsiasi cosa viene lasciata sui terrazzi e tavoli ( ci sono infatti fionde sparse ovunque per scacciarle senza fare loro del male). La nostra camera è la 305 ed è raccolta con due letti singoli, un balconcino la cui porta non si chiude bene e un bel bagno.. capiamo presto che siamo fortunatissime perchè siamo tra le poche ad avere sempre l'acqua calda. Il riscaldamento non esiste e la prima notte ci rinchiudiamo nel sacco a pelo sotto 2 piumioni ma passando i giorni ci abituiamo al clima rigido e umido della notte.

Al calar del buio, le scimmie spariscono ma arrivano i cani ad abbaiare alla luna, mentre alle 5 iniziano le campane di raccolta dei monaci. Suoni che all'inizio disturbano il sonno ma presto lo conciliano e scadenzano le nostre giornate. Prendiamo infatti delle ottime abitudini: 5.30 sveglia, 6 rito della puja al tempio, 7 meditazione guidata, 8 colazione, 9.30 insegnamenti del Lama, poi la giornata scorre tra pranzo, templi e alle 19 cena e andare a letto per le 22.30. Anche il cibo nel monastero è ottimo, solo verdure senza carne come vuole la filosofia buddista per una dieta detox incredibilmente buona e sana.

Come tutti i monasteri ci sono delle regole, alle 21 il cancello viene chiuso, dovrebbe vigere la tranquillità e il silenzio e senza musica perchè i monaci non possono ascoltarla..noi siamo 24 e il caos regna sovrano, ma i monaci sono sereni e sorridono alla nostra presenza ingombrante. Quando lasciamo questo posto l'ultimo giorno e come se lasciamo un pezzo di cuore e di casa.



Tempio delle Scimmie

Swayambhunath

Come ci si può immaginare dal nome, questo tempio è il regno delle scimmie, sono tantissime, con il culetto rosso e gironzolano ovunque in gruppetti. Sono bellissime ma bisogna stare attenti perchè rubano tutto quello che vedono, quindi attenzione ai cellulari. Questa stupa sorge su una collina da cui si può vedere la vista sulla città, ci si arriva in auto oppure percorrendo 365 scalini. Il costo dell'ingresso è di qualche euro durante il giorno, mentre la sera si può visitare gratuitamente ammirando le candele illuminate e prendendo la benedizione da un monaco in una finestrella. La sera ci sono tanti giovani che si ritrovano per ridere e scherzare. Questo complesso è patrimonio UNESCO e permette di osservare 3 stili differenti: Stupa, Pagoda, Shikhara.


Simboli buddisti

Nella cupola sono rappresentati i 5 elementi, 5 è un numero scacro come il 3 e il 108:

  • terra la cupola bianca;

  • acqua la cupola bianca;

  • fuoco una struttura cubica con gli occhi del Buddha che rappresentano la conoscenza e la compassione mentre sotto il ek nepalese simbolo di unità e unicità della vita; essi guardano in tutte le direzioni controllando gli esseri umani;

  • aria/vento, una struttura simile a piramide con i 13 livelli necessari per raggiungere il nirvana;

  • anima, la punta finale.

Alla base della stupa ci sono i Mani, ruote di preghiera con incisi il mantra om mani padme hum e che vengono fatte ruotare per spandere le preghiere mentre si gira intorno alla stupa. Mentre alle scalinate un gigantesco Vajra dorato (la folgore celeste) che simboleggia il potere dell’illuminazione che distrugge l’ignoranza.


Kora dello stupa

Ogni mattina centinaia di buddhisti ed indù raggiungono lo stupa ed iniziano una serie di giri attorno allo stupa in senso orario. Si può salire in cima alla stupa oppure fare il giro della kora, ai piedi della collina, seguendo le ruote della preghiere e facendo girare le energie per partire per bene con la giornata.


Leggenda

Nell'antichità la valle di Kathmandu era un enorme lago, in cui cresceva un loto di cristallo che emanava una splendida luce. Mañjuśrī ebbe una visione e si recò per venerarlo; lì si rese conto che la valle sarebbe potuta essere un ottimo insediamento e scavò una gola per fa fluire vie le acque. Sopra il loto fu quindi eretto lo stupa di Swayabhunath che al suo interno conserva la luce emanata dal loto.



La città della bellezza e delle figure erotiche

Patan

Patan è la più antica delle tre città medioevali assieme a Kathmandu e Bhaktapur.

Nel 1597 venne conquistata dal re Shiva Malla di Kathmandu che unificò la valle e che allargò Patan fino all’attuale conformazione. Si dice che sia stata costruita con la forma del Dharma-Chakra buddhista (ruota della rettitudine buddhista) ed è circondata da quattro grandi stupa.

La zona principale è la Patan Durban Square: 'durban' significa 'palazzo' ed è qui che si trova il Palazzo Reale dalle regali facciate di mattoni rossi e legno scuro intagliato e con un sofisticato sistema di corridoi e cortili comunicanti e con i tre templi dedicati alle dea Taleju la divinità più venerata nella valle.

I tre cortili (chowk) principali sono il Mul Chowk il più grande e principale dove ancora oggi fanno i sacrifici degli animali, il Sundari Chowk della famiglia reale con la fontana privata dove meditava su una pietra al gelo di inverno, e Mani Keshab Narayan Chowk quello governativo.


Nella piazza ci sono anche diversi tempi come il Krishna mandir, primo esemplare di tempio in stile Shikhara e unico con 21 pinnacoli, quello dei Mille Buddha e il Char Narayan Temple dedicato a Vishnu a due piani con mattoni rossi e figure erotiche del kamasutra e la grande fontana.


Davanti al Palazzo Reale si trova un’alta colonna su cui poggia la statua di re Yoganarendra Malla. Sulla testa del Re c’è un cobra e sopra il cobra un piccolo uccello. La leggenda vuole che finché l’uccello resterà sulla testa, il re potrà tornare nel suo palazzo. Per questo motivo c'è sempre una finestra aperta.


Patan è anche conosciuta come “la città delle belle arti” per le sue arti e mestieri antichi e per questo si celebrano ancora tutto l’anno feste antiche induiste che dal buddhiste. Qui a Patan si trovano le botteghe degli artigiani che forgiano le campane della guarigione o meglio conosciute come campane tibetane. Mentre vicino a Durban square c'è una buonissima pasticceria per mangiare i "barfi" ottimi dolcetti al latte di cocco.



La Stupa piu importante, i mandal e il medico tibetano

Boudhanath Stupa

Per raggiungere questa stupa ci vuole un po di tempo per l'incredibile traffico. Questa stupa è la più importante del mondo e del Nepal perchè racchiude al suo interno una reliquia del Buddha. Essa è di grande importanza anche per i tibetani, specialmente dopo che la Cina negli anni Cinquanta decise di annettere il Tibet e che il governo nepalese decise di accogliere una grande comunità tibetana in questa area. Qui si respira una forte energia e si vedono persone di tutte le razze e culture girare più volte intorno alla base.

La stupa è lunga 560 metri e oltre 700 ruote la circondano, ci sono anche qui gli stessi elementi e simboli buddisti ma in aggiunta troviamo 16 angoli tridimensionali, 108 nicchie per ogni divinità buddista e sono stati utilizzati 27 kg di oro per decorarla; oggi è abitata da tantissimi piccioni considerati sacri per i buddisti. Il terremoto aveva danneggiato la stupa che è stata ricostruita grazie agli aiuti della Germania.



Intorno alla stupa si diramano stradine piene di vita e negozietti tipici, tra cui il Boudha Stupa Thanka Centre dove ci spiegano i disegni dei mandala e l'ufficio del medico tibetano.


Scuola di Thanka e Mandala

La stupa vista dall'alto ha la forma del mandala, ma che cos è un mandala?

Than significa superficie e Ka colori . Ci sono 4 design principali: il mandala, la figura della divinità, la ruota della vita (di solito apposta fuori dai monasteri), la vita del Buddha.

Le tele sono di cotone e vengono lavorate con la colla degli alberi e l'argilla bianca dell'Himalaya; dopo 3 giorni di riposo il tessuto diventa resistente e lo si lucida fino a farlo sembrare un foglio di carta. I disegni vengono fatti a mano riprendendo gli antichi manuali con le proporzioni dettate da rigide regole. Si usano diversi tipi di colori: chimici per tutti, acrilici per gli artisti piu bravi e dalle pietre minerali riservati per i solo maestri. I pennelli provengono da peli di coniglio e gatto e viene lasciato solo un pelo per dipingere. All'interno delle scuole artistiche ci sono diversi livelli (perfino 21) di artisti: dagli studenti ai grandi maestri e si può vedere la differenza sulla tela; solo i grandi maestri sono capaci di disegnare a mano libera senza compasso e riga e sono loro i più bei mandala della meditazione.

I mandala sono considerati parte integrante del buddismo tantrico per la sua complessità e significano centro, infatti anche i suoi designi portano ad essere focalizzati sul centro sacro. Solitamente i mandala vengono disegnati con la sabbia attraverso un cono che sbattono pian piano, impiegando circa 4 settimane e che poi viene gettato nel fiume perchè tutto è impermanente. Famoso è quello del Dalai Lama e il KalaChackra mandala (kala tempo, chackra ruota) dove il centro è il nirvana, i colori dei cerchi sono gli elementi, il verde è lo spazio e l'oro la saggezza.

La ruota della vita invece è tenuta da Yama, dio del tempo che ci giudica durante il nostro Samsara, ossia il ciclo di nascita e morte. In essa sono rappresentati i 6 reami (Dei, semidei, uomini, animali, fantasmi affamati, inferno) e al centro i 3 veleni: ignoranza (maiale), rabbia/lussuria (gallo), odio/io (serpente). L'ignoranza infatti crea la speranza e la paura; se la speranza è troppa diventa rabbia che distrugge; così come troppa avarizia e desiderio distruggono. Tra tutti i reami quello degli uomini è quello che da la possibilità di migliorarsi seguendo la pratica buddista. Fuori dalla ruota il Buddha che libero da ostruzioni mentali aiuta gli esseri senzienti a illuminarsi.



La città del Piccolo Buddha di Bertolucci

Bhaktapur

Situata a 1400 metri è una delle principali attrazioni di Katmandu: una città antica rimasta ferma nel tempo, dove tutti i palazzi sono delle fattezze originali. Il nome significa città dei devoti e qui coesistono indu e buddisti con armonia.

Fonte di orgoglio sono lo yogurt Juju Dhau, il cappello nero Bhadgaule Topi, il sari nero con bordo rosso Haku Patasi e la terracotta. Esiste infatti un bellissimo mercato della terracotta (Potter Square) a cielo aperto dove si possono vedere gli artigiani all'opera che impastano l'argilla con le mani e la lavorano come una volta.

I templi principali e il palazzo reale sono nella Durban Square dove c'è anche il Pashupatinath Temple, quello più antico ed è decidato alla rincarnazione di Shiva. A pochi minuti a piedi il mastodontico Nyatapola Temple, una pagoda di 5 piani per 30 metri costruita nel 1702 a cui si accede da una scalinata costeggiata di enormi figure in pietra, suoi guardiani protettori. Bhaktapur è un luogo meraviglioso e affascinante e bisogna godersi ogni stradina per scoprire momenti di vita vera e gli artigiani a lavoro, come l'uomo che cuciva materassi tra due templi sotto un albero di ficus enorme.



L'antica città di Khatmandu e quella moderna

Basantapur, Piazza Durban, Indrachok e Thamel

Basantapur è la piazza più frequentata dai turisti a Kathmandu. Qui ci sono templi antichissimi, come il Lakshimi Narayan antica foresteria che il Re aveva costruito per i pellegrini e che ancora oggi viene utilizzata per accogliere le persone. C'è anche il tempio Maju Denga sui cui scalini gli hippies negli anni '70; al tempo la cannabis era legale e usata in medicina e in agricoltura. Infine il palazzo reale di un bianco scintillante e dallo stile classico occidentale che stacca un po' troppo dal contesto antico della piazza. Continuando verso il Jagannath Temple, si può intravedere la statua di Swet Bhairav che viene coperta da una grata e mostrata solamente nei giorni di festa (dove viene offerta birra d'orzo gratuita) perchè altrimenti impaurisce i bambini. Vicina la statua di Shiva, cattivo per i cattivi; qui la leggenda narra che in caso venisse detta una bugia davanti alla statua si sarebbe vomitato sangue fino alla morte..ancora la superstizione esiste e si dice che i polizietti lo usino come espediente per far dire la verità agli inquisiti.

In questa piazza è facile trovare i Santoni, persone che si sono spogliate di tutti i loro averi per vivere nella preghiera e che mendicano denaro per sopravvivere; si possono riconoscere dalle vesti sgargianti.



Proseguendo verso Asan Bazar si arriva al mercato locale di Indrachok, suddiviso per merci e pieno zeppo di negozietti e articoli: stoffe bellissime per i sari, cashmere, collane di perline rosse e verdi, scarpe, oro, spezie e tantissimo altro.

Continuando a piedi altri 20 minuti si raggiunge Thamel, il centro moderno della città con ristoranti, negozi (specialmente di vestiti per trekking della north face) e locali.