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Tunisia in moto: dalla Grecia al continente africano

Dicembre 2022, 5.000 km in 14 giorni, in solitaria.



Un viaggio in Tunisia può superare ogni aspettativa.

Qualsiasi motociclista dovrebbe visitare luoghi come il Marocco, l'Algeria o la Tunisia. Questo blog racconta del viaggio in solitaria on the road dalla Grecia alla Tunisia, circondato da persone locali, nuove amicizie, storia e tradizioni nord-africane.


Alberobello

Partito da Salonicco ai confini con la Turchia mi ritrovo ben presto nel Bel Paese, precisamente in Puglia dopo l'attraversata notturna del traghetto Igoumenitsa - Bari.


Dopo una breve visita di Bari punto dritto ad Alberobello.

E' sempre emozionante passeggiare tra le sue stradine e visitare i trulli.

Alberobello e il suo quartiere collinare Rione Monti presenta centinaia di queste costruzioni coniche in pietra facenti parte dell'Architettura Spontanea e dichiarati Patrimonio dell'Umanità nel 1996.

Alcuni di questi trulli sono rimasti come in origine, trasformandosi in veri e propri musei da visitare, come il Trullo Sovrano che in origine era solamente un trullo di campagna ma poi diventato la corte di Papa Cataldo, e la Casa Rossa la quale durante la Seconda guerra mondiale fu trasformata in campo di internamento.

Questo borgo incantato che si sorregge sull'economia dell'artigianato, ospita tante feste durante il periodo estivo ma il periodo miglire per visitarlo rimane sempre quello primaverile.



Matera

In classifica come una delle città più antiche del mondo (Travel 365) i suoi Sassi sono anch'essi Patrimonio dell'Umanità ed è stata Capitale della cultura 2019, dove io e Federica eravamo presenti con la nostra vecchia Honda (leggi Sud Italia).

Anche qui la sosta è stata breve ma ho avuto tempo di rivisitare i Sassi (il Sasso Barisano e il Sasso Caveoso), chee fungevano da canale di scolo delle acque in caso di forti piogge. Anche qui sono presenti le case museo dove la loro storia racconta l'allontanamento dei suoi cittadini dalle loro case per colpa dell'immagine vergognosa che davano all'Italia del dopoguerra ma poi riconosciuti come capolavori di ingegneria edilizia e di vita ecosostenibile.

La piazza centrale affaccia sul Parco Regionale della Murgia Materana dove si può mangiare una buonissima focaccia calda con il prosciutto o con il famoso pane di Matera.


Inoltre, si possono visitare le chiesi rupestri ai bordi della città (ad oggi 155 accertate), scavate nel tufo.



Parco Nazionale della Sila, Catania, Enna e Palermo

La mattina seguente, dopo la colazione in hotel, parto direzione Villa San Giovanni per prendere il traghetto per Messina. Il tempo, come per tutto il viaggio, rimane bellissimo, mite di giorno e freddo di notte.


Come punto di interesse imposto Il Parco Nazionale della Sila che rimane comodamente di strada e mi fiondo tra le curve di questa immensa meraviglia che volevo fare da tempo, purtroppo la stagione non è delle migliori in quanto gli alberi sono spogli, ma il divertimento e il paesaggio sono assicurati!

Il traghetto per Messina ci impiega 20 minuti e lo si può comprare online attraverso l'app Caronte al costo di 13 euro per 1 passeggero e 1 moto.

Prima dell'arrivo bisogna ricordarsi di fare il check in e scaricare il barcode che un addetto controllerà prima di salire sul traghetto.

Sono sorpreso che la Sicilia sia cosi vicina, me la immaginavo più lontana, quasi mi sembra una barzelletta l'impossibilità di fare un ponte di collegamento.



Sicilia: Messina, Catania, Enna

Arrivato a Messina imbocco l'autostrada Messina-Catania (costo 3,70), un tratto affascinante che regala il mare sulla sinistra e pini marittimi che dividono i sensi di marcia, e l'Etna innevato sulla destra in tutto il suo splendore!!

Catania è caotica ma bella ed è la Sicilia che mi aspettavo, la gente in maniche corte, il traffico consistente, bar strapieni e sole a volontà.

Dopo il caffè e il cornetto alla nutella siciliano, esco da Catania passando per viuzze, mercati e negozietti dove la gente urla, corre e si sposta velocemente, e senza casco!

Con la moto surriscaldata esco da Catania in direzione Enna, tagliando per l'entroterra.

In questo tratto le belle strade, le curve e il verde non mancano, la Sicilia si sta facendo conoscere piano piano, portandomi a destinazione dopo una serie di curve che ti accompagnano a 950 slm fino a Enna alta.

Da qui si possono scegliere diversi punti panoramici quali il Belvedere Marconi, che si apre a nord includendo per intero il paesaggio dall'Etna alle Madonie e chiamato anche il salotto della città, la Torre di Federico II, dalla cui cima si domina Enna e le vallate sottostanti, nell'antica residenza estiva dell'imperatore Federico.



Palermo, ultima tappa prima della Tunisia

Arrivato a Palermo circa due ore dopo, punto dritto all'Hotel Porta Aragonese dove trovo una delle camere migliori di tutto il viaggio, grande, pulita, con la macchina del caffè e dei biscotti freschi. Inoltre con 10 euro ho il box privato per la moto sotto al palazzo.

Palermo non mi ha dato sensazione di tranquillità e se non avessi avuto il box auto avrei cercato un parcheggio privato coperto. Siccome la camera è in zona centralissima e a 200mt dal porto decido di passare la serata in centro e passeggiare in Via Roma, la quale è uno spettacolo soprattutto la sera. Ho girato solo questa zona della città ma è bastato per farmi innamorare di questo posto!

La mattina seguente prendo finalmente il traghetto per Tunisi, dove per mia fortuna non chiedono più il voucher alberghiero obbligatorio fino qualche giorno prima.




Tunisi

Ospitalita' locale


Il traghetto Palermo-Tunisi dura circa 15 ore ma il Superfast Ferry è andato molto più veloce del previsto ed è arrivato con due ore di anticipo. Ho fatto il malaugurato errore di prendere una cabina condivisa e niente puo essere più sbagliato di cosi! Al mio arrivo tre tunisini erano gia a dormire, l'odore troppo forte per me e in bagno nascondevano una ventina di uccellini cardellini forse importati illegalmente. Ho quindi lasciato il mio bauletto nell'armadio e ho dormito sul divano scomodo e infreddolito. Pentito come non mai mi sono promesso che se mai tornerò in Africa in moto, o prendo la poltrona sul ponte o la camera privata, mai la camera condivisa in questi tipi di tratte.


Arrivato al porto di La Goulette trovo i primi omini che lavorano in nero che chiedono soldi per aiutarti, solo che non te lo dicono prima, ti si avvicinano come fossero impiegati ufficiali e poi ti chiedono i soldi in seguito. Una fila di 20 minuti inutile per il passaporto e visto di ingresso per la moto (da non perdere!) e via la tarantella sbattuto quà e là da operatori diversi che controllavano decine di volte il mio passaporto (devono mangiare pure loro) e quando mi dicono che ho finito con i controlli, metto via tutto e salgo in moto, ma prima di uscire dal porto vengo rifermato per un altro controllo del passaporto! Che spreco di tempo e che stress! Dicono che il Marocco sia più efficiente in queste cose.


Finalmente dopo mezzora riesco ad uscire e raggiungere la casa della famiglia del mio collega tunisino che mi ospiterà per la notte. Le strade a Tunisi sono belle ma lisce come l'olio e quindi pericolosissime in caso si freni anche solo leggermente.

Costeggio il mare e mi addentro nella zona tra le più esclusive di Tunisi, "Berges du lac" con le sue ville bianche di lusso, quartieri fancy che affacciano sul Lago di Tunisi e che ospita molte ambasciate, per cui la sicurezza della zona è alta.

Arrivato a casa trovo la cena pronta in tavola che consisteva in un ottimo cuscus con gamberetti fatto in casa (il più buono che abbia mai mangiato) accompagnato dalla salsa piccante tipica dal nome Harissa.




Tunisi - Mahadia

230km


Il mattino seguente ho le chiavi di casa del loro secondo appartamento a Mahadia, sulla strada per andare a sud, che si affaccia sul mare e non molto lontano da Djerba, la mia terza meta.

Salgo quindi sulla moto e parto in direzione Mahadia. Anche qui le strade sono scivolose perchè consumate dal traffico, per strada la gente riconosce la targa italiana e mi fa cenno di saluto.

Proseguo seguendo il GPS su stradine interne e viuzze, la plastica regna in ogni angolo come un brutto male della società, l'odore che si respira per tutta la Tunisia è proprio quello della plastica bruciata, giorno e notte.

Dopo circa un ora di moto mi ritrovo in mezzo al mercato di un villaggio: frutta e verdura fresca ad ogni angolo, animali vivi in vendita, teste du mucche appese quà e là e bambini dappertutto. A passo d'uomo, filmando con la videocamera riesco lentamente ad uscire dal mercato e proseguire per la mia strada. Una volta arrivato ad Hammamet ho preferito proseguire per rilassarmi al mare.



Foret nationale de Tunisie

A circa metà strada da Mahadia, trovo l'imbocco per questo parco naturale, altro non è che una lingua di terra che separa un lago dal mare ed è famoso per le sue spiagge bianche e il mare cristallino, nonchè il luogo dove si schiudono le uova di tartaruga.


Esco dalla strada principale che si trasforma in terreno sterrato e seguo la pista che porta dritto al mare, trasformandosi man mano in terreno sabbioso che mi fa prendere confidenza con questo tipo di fondo stradale, anche se ogni tanto mi tocca accellerare per la presenza di cani randagi che si riveleranno innoqui.

Dopo circa 1,5km la strada si chiude perchè una vegetazione di cactus con spine lunghe 15cm ha ricoperto tutta la zona.

Purtroppo non ho tempo per trovare un altro passaggio al mare perchè a Dicembre le giornate non sono lunghissime e quindi mi dirigo verso una struttura simile ad una cattedrale, sfrecciando in piedi con il sole in faccia e la polvere che lascio alle spalle.



Arrivato a Mahadia scopro che l'appartamento è all'interno di un villaggio protetto da guardie (guardie che sono ad ogni rotonda e ad ogni angolo sulla strada in tutta la Tunisia!!)

Faccio amicizia con i due guardiani che mi baderanno la moto tutta la notte.

Domani inizia il viaggio vero.



Mahadia - Djerba

Mahadia, Anfiteatro di El Jem, Sfax

380km


Mahadia è una località super turistica in estate, il mare è cristallino e presenta colori con sfumature ineguagliabili, è stata una vera sorpresa anche se il sole era ancora basso e non dava la luce perfetta per delle belle foto.

Dopo un giretto per le viuzze colorate proseguo fino al cimitero bianco sul mare pensando che anche io riposerei volentieri in questo posto.

Entro anche a fare un giro nella medina (la medina è il centro storico quindi ogni città ha la sua medina) e mi fermo al Vitamin Bar per un caffè e una crepe. Finita colazione mi rimetto in sella in direzione El Jem lasciando a malincuore questo luogo bellissimo.



Anfiteatro di El Jem

La giornata qui nell'entroterra è soleggiata e molto calda, compro dell'acqua e mi metto in maniche corte prima di varcare l'ingresso, pago l'ingresso 10 Dinari (1 Euro=3,25 Dinari) e ammiro questa imponente struttura romana chiamata il Colosseo, ben conservato e restaurato.

Qui si può entrare liberamente dappertuto ammirandone ogni angolo.

Hanno mantenuto questo anfiteatro perfettamente come all'epoca e per loro è un ottimo biglietto da visita, che sostiene anche l'economia locale. Prima di partire per la Tunisia sapevo di non dover mancare questa visita, ed è stato un bene che ci sia venuto.


Un po di storia:

"L'anfiteatro di El Jem venne costruito dai romani sotto il controllo del proconsole Gordiano I, il quale venne acclamato Imperatore a Thysdrus, intorno al 238 e fu probabilmente usato per spettacoli di gladiatori e corse dei carri (come nel film Ben-Hur). Esiste anche la possibilità che la costruzione dell'edificio non sia mai stata completata.

Fino al diciassettesimo secolo rimase più o meno intatto. A partire da quel momento le sue pietre vennero usate per la costruzione del villaggio limitrofo di El Jem e della Grande moschea di Qayrawan e, in un periodo di tensione durante il conflitto con gli Ottomani, i Turchi usarono i cannoni per stanare i ribelli nascosti al suo interno. Le rovine vennero dichiarate patrimonio dell'umanità nel 1979.

Nel 1996 l'anfiteatro fu la location del video di una celebre pubblicità della Nike, intitolato "Good vs Evil", in cui si vedevano dieci calciatori sponsorizzati dalla multinazionale - tra cui Eric Cantona, Ronaldo, Paolo Maldini, Luís Figo, Patrick Kluivert e Jorge Campos - affrontare e sconfiggere una squadra malvagia, comandata da Satana, che intendeva cancellare il gioco del calcio" Wikipedia



Uscito dall'enorme anfiteatro, mi dirigo verso Sfax, una città industriale sul mare dove mi aspetta Youssef, un amico di infanzia di un collega di lavoro, che mi ospita al suo fast food.

Parcheggiata la moto sul marciapiede, gli sguardi curiosi sono sempre tanti, tra questi c'è quello di Youssef e sua moglie, 30enni, che mi preparano subito il tavolo.

Mentre parlo con Youssef e sua moglie, decidiamo di fare insieme una consegna di panini allo stadio di Sfax, la cui famosa squadra presenta i colori juventini.



Mi mancano circa 3 ore per raggiungere Djerba e finchè c'è luce ne voglio approfittare, quindi guido veloce verso destinazione.

Arrivando da nord scelgo obbligatoriamente di salire sul traghetto mentre domani uscirò a sud dove una strada asfaltata costruita sul mare collega l'isola con la terra ferma.


Lungo il tragitto, quando si arriva ad un qualsiasi villaggio, cominciano una serie di dossi alti che se vengono presi a velocita sostenuta si rischia davvero di volare.

Per questo motivo ho scelto l'autostrada, veloce, economica e l'asfalto è perfetto.

La sicurezza non è mai troppa, infatti capita di incontrare auto in contromano, bambini che attraversano o giocano a lato della strada, e interi bazar in legno e lamiera ai bordi della strada. Le stazioni di servizio non esistono per cui sono stato costretto ad uscire dopo un centinaio di km per fare rifornimento.


Arrivato al porto di Jorf, salto la fila e mi fiondo davanti per fare il biglietto, un Suv con 4 ragazzi mi fa passare e mentre scambiamo due chiacchiere pago per entrambi e salto sul traghetto (60 centesimi in totale!). Sul traghetto faccio la conoscenza di una coppia italo-tunisina che mi terra compagnia per tutto il tragitto.


Arrivo di sera all'Hotel Menzel Caja di Michela, una simpatica signora italiana di Padova che vive in Tunisia da molti anni, in compagnia dei suoi tre cani.

Mi racconta per un'ora buona la dura vita che hanno le persone locali, la corruzione e le difficoltà varie che il paese deve affrontare. Una volta congedati, rimango dieci minuti sotto la bouganville a fare due chiacchiere con una ragazza francese prima di andare a dormire.

L'indomani mi sveglio alle 7,30, preparo tutti i bagagli e faccio colazione sotto la solita bouganville fucsia che vista di giorno è uno spettacolo!

La giornata anche oggi è soleggiata, e il meteo promette questo clima fino al mio ritorno a casa. Mentre faccio colazione arrivano due ragazze parigine e una signora anche lei francese con cui faccio amicizia e colazione insieme.

E' ora di salutare Michela e gli altri ospiti, oggi inizia la vera Africa.



Djerba - Ksar Ghilane

Tatouine e il deserto del Sahara

285km


Dopo la colazione da Michela parto per Tatouine uscendo a sud dell'isola, dove ho la possibilità di percorrere la strada asfaltata che attraversa il mare (non è un ponte) per poi vedermi con Lukas, un ragazzo polacco conosciuto sul traghetto che è partito da Cracovia con la sua ormai distrutta Suzuki 650 Vstrom.


Ci diamo appuntamento in un bar di Tataouine dove pranziamo con dei mini sandwich riempiti con qualsiasi cosa. Io e Lukas abbiamo la fortuna di condividere gli stessi interessi e di voler visitare gli stessi posti perciò pianifichiamo il percorso di oggi che prevede la visita al vecchio villaggio trogolodita, famoso anche questo per alcune scene di Star Wars. La città di Tatouine è nota per la sua architettura berbera. Anche il nome è berbero e significa "le fonti".


In realtà non troviamo il vecchio villaggio trogolodita a Tatouine come pensavamo, è l'intera area del Governorato che ospita piu di 150 rovine. Decidiamo alla fine di uscire dalla città e il navigatore ci porta sulle montagne circostanti dove, una volta qui, scegliamo di divertirci a fare del pesante off road sulle rocce, difficile per me vista la stazza della moto, ma che ci ha regalato un panorama bellissimo della città.


Visto che il tempo stava correndo, decidiamo di proseguire per l'oasi di Ksar Ghilane passando obbligatoriamente per Ghomrassen e Bani Kheddache.



Usciti da Tatouine ci fermiamo in un villaggio in cima ad una collina rocciosa, chiamato Ksar Beni Barka, un villaggio fortificato in rovina che fu costruito dalle comunità berbere nordafricane per respingere gli attacchi delle tribù beduine.


L'edificio è costituito da un gruppo di ambienti adibiti ad abitazione e deposito di grano e raccolti. Leggiamo su internet che qui si svolgono spesso delle feste serali con musica e colori. Inoltre è stato luogo di altre scene della saga di Star Wars.

Arrivati in cima al villagio si possono visitare le vecchie abitazioni o depositi, e fare un giro per tutto il villaggio, gratuitamente.

Lungo il muro perimetrale si può osservare per chilometri tutto il paesaggio circostante e si possono intravedere anche le altre rovine presenti nel territorio.

Infatti, oltre a Ksar Beni Barka, si possono trovare decine e decine di villaggi come questo, come ad esempio Ksar Tounket, Chinini Tataouine, ksar ElMourabitine, Hafsa (Maisons Troglodytes), Marshal Erwin Rommel (si proprio quel Rommel!).



Finito il tour proseguiamo per Ksar Ghilane, passando da Ghomrassen a Bani Kheddache dove troviamo una delle strade panoramiche migliori della Tunisia che si snoda tra le montagne rocciose.

Noi l'abbiamo fatta da Sud a Nord e l'intero panorama attorno a noi era puro deserto roccioso, ricco di curve ma con discreta altitudine. La strada è asfaltata ma questo tipo di asfalto è troppo ruvido e rende la strada poco sicura soprattutto in curva.


Durante il percorso si può vedere una sagoma a grandezza naturale di un dinosauro che scruta l'orizzonte. Non è segnalato nella mappa ma si trova proprio in questo tratto di strada. Leggo successivamente che l'Università di Bologna insieme ad una equipe tunisina, ha trovato scheletri interi di dinosauri che risalgono a 110 milioni di anni fà oltre ad altri reperti vari nella zona di Tatouine.

Avrei voluto fermarmi e raggiungere in moto il dinosauro ma quando ho suonato Lukas non mi ha sentito minimamente, per cui abbiamo proseguito fino a fermarci al Café la vague de sable D'or per rifornirci di muffin e croissant.



Da Bani Kheddache all'oasi di Ksar Ghilane la strada è tutta asfaltata ma con diversi tratti ricoperti da sabbia facile da attraversare (o almeno nel nostro caso non c'era stato molto vento nei giorni precedenti), anche perchè non sono dune di sabbia ma bensì un tappeto di circa 10-15cm.

La parte migliore era il paesaggio naturale circostante in cui eravamo immersi.

E' emozionante guidare ed essere circondati da un vuoto senza fine, uno spazio infinito a perdita d'occhio, sabbia e roccia che si sarebbero trasformate man mano in dune di sabbia e cammelli che pascolavano ovunque.



Gli ultimi 30km dall'oasi ho dovuto farli velocemente in piedi e con la visiera scura abbassata perchè il sole stava che stava tramontando proprio davanti a me mi accecava pericolosamente.

Dopo l'ennesimo posto di blocco della polizia (sono gentili e vogliono solo fare delle chiacchiere), arriviamo all'oasi al cui interno i camping possono ospitare centinaia di persone. Entriamo circondati da migliaia di palme altissime, giardini curati, erba, orti ed enormi pozze d'acqua che fumavano, un'oasi vera e propria!


Il nostro camping si chiamava l'Oasis ed ero quello che affacciava il deserto del Sahara, lasciandoci ammirare dune infinite di sabbia e numerosi cammelli.

Parcheggiate le moto alla Reception mi assegnano la camera prenotata (dentro c'erano 3 letti singoli attaccati con coperte mai lavate, infatti ho dormito vestito) e con il bagno privato. Per giungere al camping Oasis c'è un piccolo tratto di sabbia ma attraversabile con qualsiasi moto.


A queste oasi non manca nulla, hanno bar, ristoranti, Toyota 4x4 e centinaia di quad per far divertire i turisti, infatti la prima cosa che si nota all'arrivo sono i turisti che sfrecciano sui quad.



Mentre Lukas montava la tenda (lui mi seguiva ma senza avere nessuna prenotazione) abbiamo optato per la cena al camping, al costo di 10 euro a testa, che prevedeva lo spettacolo di questo signore che davanti al falò e con le persone intorno, preparava una specie di pane enorme a forma di pizza, sopra un pezzo di legno, per poi cuocerlo sotto la sabbia bollente scaldata precedentemente dal fuoco, spostando le ceneri prima di nasconderlo sotto.

Wow, lo spettacolo lascia senza parole anche perchè nel giro di 20 minuti è pronto, anche se le facce delle persone lasciavano intendere che avremmo mangiato anche la sabbia. Invece no, la sabbia del Sahara è talmente fine che sembra farina, perciò con due o tre manate l'impasto cotto era totalmente pulito.

Questo è il cibo dei beduini, che in origne veniva preparato durante l'attraversamento del deserto, ed era buonissimo!

Una volta finito lo spettacolo ci fanno accomodare dentro al ristorante, portandoci pezzi di pane ancora caldo e un vaso in pietracotta con all'interno carne di pecora stufata con verdure, buona e saporita.

Per finire ci portano i datteri raccolti dalle palme presenti di fuori.

Consigliatissima come esperienza.



Arrivata sera Lukas prepara la tenda ma la temperatura si sta abbassando notevolmente, per cui gli presto una coperta pesante e un cuscino per la notte preso in prestito da uno dei letti che avevo in camera.

In effetti, la temperatura di notte scende sotto lo zero, Lukas è quasi congelato ed anche io mi sono preso una bella ghiacciata nonostante avessi il condizionatore a 32 gradi in camera. La mattina ho fotografato il ghiaccio sulla moto dovuta all'escursione termica.



Ksar Ghilane-Tozeur

La Porta del Sahara, Chott el-Jèrid, il Magic Bus, Route transversale tunisienne

290km


L'indomani facciamo l'ultima passeggiata sulle dune, qualche foto di rito e un giretto veloce nell'oasi. Il giretto si trasforma in un paio di ore, abbiamo camminato tra palmeti meravigliosi, per terra tanta erba e orti irrigati da questi canali in cemento che altro non sono che acque nere che vengono filtrate e bollite in modo da essere riutilizzate per i servizi, per irrigare i campi e le palme, ecco perché qui tutto splende!

Le stesse acque nere che vengono fatte bollire, le ritroviamo in queste pozze fumanti dove è possibile la balneazione, e Lukas non da meno si è spogliato e tuffato mentre io ho preso un caffè.





Una volta pronti prendiamo le moto, usciamo questa volta con meno facilità dalla sabbia e riprendiamo l'asfalto in direzione Douz.

Come prima tappa vogliamo visitare la "Porta del Sahara" dove comincia appunto il Sahara Tunisino.

Qui si può entrare anche con il proprio mezzo per fare un giro sulla sabbia, dove poco dopo mi sono impiantato con la moto, ma alla fine ne sono uscito quasi subito.


Storicamente Douz è sempre stata un'importante sosta per le carovane che transitavano tra il Sahara e la Tunisia settentrionale ed ogni anno a Novembre e Dicembre viene svolto il "Festival del Sahara" che richiama le tribù nomadi di Tunisia, Algeria, Libia ed Egitto, riempiendo la città di turisti da ogni parte del mondo.

Per arrivare qui si percorre una strada circondata da palme, e spesso in Tunisia ci si imbatte in strade del genere, che sono spettacolari.



Ci dirigiamo verso Tozeur, perciò torniamo indietro sulla strada principale in compagnia qualche cammello, notiamo ancora tante belle capanne tutte colorate che fungono da caffè o ristoranti (mi sarei fermato volentieri ma eravamo in ritardo), passiamo anche di fianco ad una raffineria di petrolio super sorvegliata e imbocchiamo la strada che taglia a metà Chott el-Jèrid, un lago salato enorme dove scorazzare e guardare un paesaggio piatto senza intravederne la fine.


Corriamo in piedi sulle moto e prima che il lago salato finisse, ci addentriamo con le moto (la terra era super battuta) per seguire la pista che porta al Bus abbandonato.

Sta arrivando il tramonto, le foto e i video che ci facciamo a vicenda mentre scorazziamo con le moto sono perfette, mi sarei accampato qui se avessi avuto la tenda, ma di notte fa veramente freddo. Avrei anche voluto portare il drone ma qui è illegale come anche è illegale il binocolo in quanto classificati come dotazioni militari.


La storia di questo bus racconta il suo abbandonodopo aver girato scene di un film, ma non ci sono molte notizie al riguardo su internet. Però ci siamo comunque divertiti a raggiungerlo e a salirci, ma ben presto arriva l'ora di salutarlo per raggiungere Tozeur prima che faccia buio.



Prima di lasciare definitivamente il lago salato sulla Route transversale tunisienne ci fermiamo a questa pozza di acqua circondata da tanto sale, con attorno delle barchette a vela dai mille colori. Anche qui, dall'altro lato della strada, sono presenti bancarelle e ragazzini che cercano di venderti di tutto.

Se compri qualcosa poi arriva anche l'amico, e l'amico dell'amico per cui diventano tutti un pò troppo molesti.



Gli ultimi km per raggiungere Tozeur sono stati facili ma freddolosi visto che il sole era già basso. Dopo aver fatto benzina per il mattino seguente, ho raggiunto la mia sistemazione che si rivela una bellissima villa di un tunisino facoltoso e gentilissimo, situata in centro città. In Italia mi aveva chiamato lui stesso per propormi la cena dove sua moglie avrebbe preparato piatti tipici tunisini. La cena è stata squisita anche se avevo pochissima fame.

Questo B&b l'ho pagato 58 euro e la cena 16, per essere in Tunisia non è poco ma avevo bisogno di una camera pulita dove poter riposare normalmente.

L'unica fregatura è stata la richiesta finale di altri 10 Dinari perchè il bere non è compreso (ma come, con 16 euro non è compresa??)



Tozeur - Sbeitla

Deserto Salato Chott El'Gharsa, Star Wars: Mos Espa, Ong Jmal

300km


Una volta partito dal b&b mi addentro per sbaglio in qualche piccolo villaggio sulla strada, trovando bambini scalzi e poveri che giocano felici davanti a case sorrette da fango e mattoni, però tutti sorridenti.


Uscito da qui riprendo la strada principale e seguo il navigatore verso Nafta, dopo qualche km giro in direzione Star Wars: Mos Espa dove si apre davanti a me una strada asfaltata leggermente in discesa a forma di lungo serpentone, con sabbia bianca da entrambi i lati che dona a questo posto un tocco unico.

Percorro la strada in velocità, mi diverto tra le curve dolci, saluto qualche persona che cammina per strada e arrivo al luogo prestabilito.

Decido di visitare le strutture del film ancora intatte ma sono troppo curioso di andare a Ong Jmal, location originale di Tatooine, il paese d'origine di Luke Skywalker dell'universo e filmografia di Star Wars

Anche se per molti siamo in pieno deserto, in realtà somiglia ad un vero e proprio lago salato al cui interno ospita una specie di Canyon che da la sensazione di trovarsi in un pianeta diverso dalla Terra.


Percorro quindi la pista lasciata dai fuoristrada 4x4 e alcuni di questi, pieni di turisti, mi sorpassa a piena velocità mentre io, a causa del terreno troppo duro e del fango irregolare asciutto, soffro i sobbalzi della moto. Ogni tanto le "strade" si intersecano e se cambio direzione mi porteranno sulla sabbia, per cui continuo dritto aggirando il Canyon, arrivando al sito Ong Jmal in breve tempo.

Il territorio è lunare, il nulla per km e km, ed è bellissimo, lascia senza parole.

Qui è possibile correre in lungo e in largo per ore e ritrovarsi smarriti da qualche parte.


Parcheggio la moto e salgo il piccolo sentiero che porta in cima al monte che somiglia ad un cammello dove ammirare la grandezza di questo posto.

Come in ogni luogo turistico, anche qui si avvicinano tre bambini, con in braccio una volpe del deserto al guinzaglio, palesemente infelice di essere in quelle condizioni.

Io amo gli animali e so che questo dovrebbe essere vietato ma la polizia non arriverà mai in questo luogo per controllare che vengano rispettate eventuali regole, per cui se non si cambia questa cultura, le cose non cambieranno mai.

Ho fatto una foto con la volpe in mano per poterla accarezzare dolcemente e mi sono assicurato con i ragazzini di trattarla bene e spiegato loro come si dovrebbero trattare gli animali in generale. In cambio mi hanno chiesto delle penne che ho dato loro volentieri.



Anche qui vengo molestato per fare il giro o le foto con il cammello. Respingo più volte la loro insistenza ma mi sono accordato per farmi fare solamente delle foto sopra all'animale e con la moto di fianco.

Anche qui sono presenti bancarelle, capanne che fungono da bar, e tanto altro.



Ora tocca a me correre nel canyon seguendo le piste, piste le quali percorrono in pendenza il fianco del canyon per poi scendere a valle, quasi fosse una pista per skater! Salgo sulle dune di terra e riscendo dalla parte opposta a tutta velocità per un'ora intera.


Si potrebbe andare avanti così per giorni ma devo arrivare a Sbeitla per cui decido di tornare indietro per questa strada battuta in direzione del punto turistico di Star Wars.

Dopo circa 2km vedo a sinistra la pista battuta che ho fatto all'andata per cui taglio sulla sabbia che ci separa e mi faccio almeno un km così, piantandomi un paio di volte ma riuscendo comunque ad uscire e raggiungere il pezzo battuto.


Raggiungo Mos Espa e parcheggio la moto, curioso di visitare tutto il sito, fare due foto a tutto quello ancora presente come set scenografico ma in un attimo vengo assalito da più persone che vorrebbero farmi assaggiare erbe, girare con il cammello, vendere calamite, ecc.

Questa volta faccio fatica a respingerli per cui faccio una foto al sito veloce e scappo via! Peccato perché sarebbe stato interessante davvero.



Pista di Rommel

In Tunisia si trova un itinerario stupendo che si snoda tra le montagne, un itinerario che custodisce il fascino della Seconda Guerra Mondiale e di un generale chiamato Rommel, della sua leggendaria pista ancora oggi esistente, racchiusa tra le Gole di Selja e unita alla straordinaria bellezza degli scenari naturali che caratterizzano l'area in cui si inserisce.

Fatta costruire dal generale Rommel, chiamato anche la "Volpe del deserto", durante la Seconda Guerra Mondiale per sfuggire all'accerchiamento degli Alleati.

Per godere appieno dei suoi panorami in generale si consiglia di percorrere la pista partendo da Nord e scendendo verso Sud, affiancando la montagna e percorrendo la pista fatta di lastre di cemento, fermandosi di tanto in tanto ad ammirare Chott, il Sahara e le oasi di montagna sottostanti.


Per chi non volesse fare questa pista in fuoristrada (coordinate N34 22.251 E8 09.919 fine pista N34 18.446 E8 10.134), basta impostare Pista di Rommel su Google Maps per godersi quella asfaltata che si snoda tra queste splendide montagne spoglie e rocciose. Il divertimento è assicurato e la vista è mozzafiato!


PS: della pista di Rommel ho solo video (@teneroad) e qualche foto alla strada che porta in direzione alla pista. La catena montuosa che che precede la strada di Rommel è unica nel suo genere, le foto non rendono, ma presenta sfumature viola, gialle, marroni e si vede anche qualche oasi alle sue pendici, come quella di Chebika.



Finita l'esperienza della pista di Rommel, proseguo verso l'Oasi di Chebika che non visito a causa dell'insistenza di tutte le persone locali e di qualcuno che si aggirava in modo sospetto alla moto.


Proseguo quindi verso Sbeitla insieme a Lukas che ho incontrato per strada, maledicendo i dossi ad ogni ingresso nei villaggi. Proseguiamo a passo d'uomo attraversando il mercato del paese cercando di farci strada tra bancarelle, animali, centinaia di persone che ci guardano e salutano e, prima che facesse buio, ci fermiamo nuovamente a mangiare carne di pecora grigliata, harissa e verdure.



Sbeitla - Bizerte

Sito archeologico di Thugga, Bizerte

310km


Il mattino seguente ho appuntamento con Lukas al sito archeologico di Sbeitla che non visiteremo per mancanza di tempo, ma da cui si vede benissimo l'interno costeggiando la ringhiera perché priva di alberi o cespugli.

Poco prima di partire si avvicina un signore che tenta di venderci un'antica moneta romana di dubbio valore, stessa moneta che un altro signore ha provato precedentemente a vendermi al benzinaio.


Partiti con le moto, il clima è leggermente piu freddo ma il tempo sempre spettacolare, man mano che saliremo verso nord la temperatura scenderà gradualmente d'ora in poi. Ci fermiamo a pranzare in un villaggio a caso, Lukas mi ha fatto fermare a lato della strada per andare in perlustrazione gastronomica. Scopre cosi un ristorante con griglia all'aperto dove ordiniamo pesce grigliato, harissa come sempre, carne grigliata sempre di pecora, verdure miste, pane e acqua. Con 13 euro a testa direi cha va bene, inoltre il ristorante al suo interno è molto bello, tappezzato di foto di turisti con le 4x4, foto del deserto e tanto altro, quasi fosse una tappa annuale per gli amanti del fuoristrada. Anche il giardino interno è pieno di fiori e addobbi colorati.



Sito archeologico di Thugga

Il sito lo si vede anche in basso dalla strada perché prende un'intera collina e c'è tantissimo da vedere, essendo un'area romana conservata molto bene. Parcheggiamo le moto davanti al gabbiotto di un ragazzo molto simpatico che ci chiede delle moto e da dove veniamo. Compriamo poi i biglietti alla modica cifra di 12 Dinari e facciamo visita al sito.


Un pò di storia presa dal sito internet di Dougga:

"La Tunisia è stata parte dell’Impero Romano per quasi cinque secoli. I 150 anni sotto l’Impero Romano d’Oriente, che si è imposto con la distruzione di Cartagine e la conseguente vittoria delle guerre puniche, hanno radicato una profonda tradizione bizantina di cui è rimasto uno spettacolare patrimonio architettonico.

Nella regione nord-occidentale della Tunisia, sulla cima di una collina a 571 metri di altitudine nella valle di Oued Khalled, si trova il sito archeologico di Dougga, un nome moderno dell’antica città di Thugga che, prima dell’annessione romana della Numidia, era la capitale di un riconosciuto stato libico-punico.

Le imponenti rovine sono oggi la testimonianza di una città numida romanizzata, molto fiorente nel periodo bizantino, sviluppata in modo davvero interessante ed unico dal punto di vista urbanistico: i quartieri erano disposti a terrazze di cui le centrali erano destinate alle abitazioni private più importanti e agli edifici pubblici.

Secoli di storia raccontati in 75 ettari. Dougga è infatti oggi sito archeologico di sintesi tra le diverse culture che l’hanno vissuta tra il II e III sec d.C, nonché l’esempio meglio conservato di una città africo-romana nel Nord Africa. Per questo motivo dal 1997 è annoverato nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’Umanità dell’UNESCO.


Nonostante le attività di restauro del secolo scorso, il livello di autenticità rimane molto alto poiché non ha subito particolari alterazioni.

Il centro monumentale costituito dal foro e dal mercato, insieme con i bagni pubblici, il teatro ed il circo, integralmente conservati, riflettono perfettamente il modo in cui una popolazione indigena si sia urbanisticamente adattata ed evoluta durante il periodo romano.

Il monumento più imponente nel complesso archeologico di Dougga è il Capitolium. Eretto al tempo dell’imperatore romano Marco Aurelio, tra il 166 e il 167 d.C, il Tempio Capitolino è dedicato alla Triade Capitolina (Giove, Giunone e Minerva), un vero e proprio culto nazionale del popolo romano.

Il sito archeologico di Dougga ospita un altro grande monumento. Si tratta del Mausoleo di Massinissa, fatto erigere in onore del padre da Micipsa, sovrano berbero re dei Numidi, nel 138 a.C. Il monumento funerario di Dougga è un mausoleo a torre costituito da una pianta poligonale che sorregge una struttura a più livelli, l’ultimo dei quali a forma piramidale


Dougga, insieme a Cartagine ed El Jem costituiscono un patrimonio artistico e culturale senza pari. Rappresentano parte della storia della Tunisia, di quando era una colonia romana fondamentale per l’Impero conosciuta anche come il granaio di Roma per la fertilità delle sue terre. A Dougga il tempo si è fermato: ci si sorprende con uno sguardo critico e curioso senza lasciarsi sfuggire il minimo dettaglio. "

Per ulteriori informazioni: www.tunisiaturismo.it


Una volta finito il giro saluto Lukas perchè lui prosegue per Tunisi mentre io mi fermo una notte a Bizerte che raggiungo in circa tre ore.

Seguo il navigatore che mi fa proseguire nella medina di Bizerte chiamata Dar Warda, al cui interno i colori sono bianco e blu. Finisco con la moto in strade strette, mi faccio largo tra le persone locali che si appoggiano al muro per farmi passare e arrivo all'hotel Dar El Kasba Bizerte, in piena medina dove con 43 euro ho anche la colazione.


Qui un signore gentile mi accoglie e mi fa parcheggiare la moto nella hall, altro non è che casa loro.

In questo momento la moto può riposare tranquillamente e la posso vedere dalla finestra interna della mia camera, piccola ma carina, incredibile!



Dopo una doccia al volo esco finche c'è il tramonto, ritorno indietro a piedi attraverso le viuzze strette della Medina e mi trovo in centro sul porto. Bizerte è bellissima, con tutte le casette colorate, il tramonto che colora le barchette dei pescatori, e l'odore classico del porto che avvolge la zona.

Bizerte sarebbe da scoprire con un bel week end ma non ho tempo a sufficienza, mi consigliano di vedere il porto , il lungomare con le palme e le spiagge ma spero vivamente un giorno di ritornare in Tunisia per rivedere tutto.


Mangio un kebab seduto al porto e poi bevo un thè al costo di 1 dinaro, in centro.

La colazione del mattino seguente è stata tra le migliori in assoluto, una pentola di caffè solo per me, succo, yogurt, una baguette intera con nutella o marmellata a disposizione e croissant da poter farcire a piacimento. Anche l'uovo sodo che non manca mai ed è utile per tappare la fame per qualche ora.

Anche la moto mi ha fatto compagnia durante la colazione.




Bizerte - Tunisi

Tunisi, Sidi Bou Said, Cartagine

150km


Ultima giornata in Tunisia, ultima giornata di un viaggio pazzesco.

Chiamo Lukas per sapere se avremmo avuto possibilità di vederci a Tunisi e mi da la posizione del suo hotel per visitare poi Cartagine e Sidi Bou Said, le zone più famose e interessanti della città.


Incontro Lukas che ride quando gli racconto la storia dell'auto che mi ha tamponato leggermente al casello dell'autostrada dove è intervuta persino la gendarmeria a calmare gli animi, e andiamo insieme a questo splendido paesino bianco e blu chiamato Sidi Bou Said.

Questo villaggio tipico è situato a poco meno di 20km da Tunisi ed è conosciuto come paese degli artisti, qui infatti hanno vissuto artisti come Paul Klee, Gustave-Henri Jossot, August Macke, Saro Lo Turco e Louis Moillet e altri numerosi artisti tunisini di Sidi Bou Said che sono membri della Ecole de Tunis (scuola di pittura di Tunisi).

Ma è solo durante gli anni venti del Novecento che Rodolphe d’Erlanger applicò il tema bianco-blu in tutto il paese.


Passeggiare in queste vie ricorda la mia Grecia, paese in cui vivo, ma la tradizione araba la si può percepire ovunque. Il paese è molto turistico, ci sono negozi bellissimi di oggetti colorati, rose del deserto, souvenir, come anche ristoranti, bar e tanto altro. Noi abbiamo mangiato un kebab in un bar con giardino interno molto bello, colorato di bianco e blu e con tanto sole sul viso.

Anche qui la toilette era a porte chiuse ma il lavandino per le mani era all'esterno tra i tavolini.

Dopo una camminata di mezz'ora tra tantissima gente siamo arrivati sul lato che affaccia il mare (il paese è sopra una collina) e da qui la vista dall'alto sul Mediterraneo e su Tunisi era qualcosa di incredibile, merito anche del clima e del tempo sereno.



Cartagine

Concludiamo la visita di Tunisi con Cartagine, perciò risaliamo in moto e arriviamo al suo ingresso dove veniamo subito assaliti da chi ci vuole vendere di tutto ma anche rifiutando questa volta rimangono gentili e simpatici.

Per arrivare qui, si passa davanti la casa presidenziale tunisina e alla Moschea Malik Ibn Anas che è bellissima e curatissima, circondata da giardini botanici e nemmeno un pezzo di plastica nei dintorni.

A sorvegliare l'edificio presidenziale ci pensano una serie di gendarmi e dei poliziotti con la moto a fianco, che ci suonano al nostro passaggio.


Pagato il biglietto 12 dinari entriamo a Cartagine, tutto molto curato e tenuto bene.

Cartagine è una antica città tunisina in capo al Governatorato di Tunisi (viaggiando in tutta la Tunisia ci sono spesso cartelli che indicano il Governorato di appartenenza), situata a 16 chilometri a nord-est della capitale.

Prende il nome dalla antica città fenicia, poi romana, i cui resti archeologici si trovano all'interno della sua area urbana. Qui troviamo le Terme di Antonino che sono splendidamente conservate, la città punica è anch'essa in buone condizioni, le ville romane sono splendide come il Teatro Romano.


Complice un tempo meraviglioso, la vista sul mare da Cartagine è molto bella, il marrone delle rovine e il blu intenso del Mediterraneo permettono foto bellissime.




Dopo la visita di Cartagine, io e Lukas passiamo il pomeriggio al centro commerciale di Tunisi (uno a caso) dove poter passare qualche ora prima di andare al porto. La sua nave parte alle 3 di notte mentre la mia alle 23.30 perciò sono ripartito prima di lui, con la speranza di rivederlo al porto per un ultimo saluto.


Il mio arrivo al porto La Goulette è stato veloce, poco traffico ed un paio di semafori. All'arrivo al check in si viene fermati a lato da un paio di persone che ti chiedono biglietto, libretto e altri documenti e vanno subito a fare il check in per te in 2 minuti senza che ti scomodi dalla moto. Ho capito dopo che non sono ufficiali ma persone che poi ti chiedono qualcosa per il favore. Sinceramente, in questo caso sono stato contento perchè sono stato sulla moto senza lasciarla incustodita e in due minuti ho avuto tutto l'occorrente.


Alla fine il mio traghetto è partito con 3 ore di ritardo, ho conosciuto Gianni, un signore che ha fatto grandi viaggi in moto e che mi ha fatto compagnia per tutto il ritorno in nave.


La notte l'ho passata sul divano perchè nella camera in comune l'odore delle persone che stavano dormendo era nauseante, come ho detto all'inizio, mai più la cabina condivisa!



Italia

Il ritorno dall'Italia alla Grecia è stato veloce, ho fatto il percorso a ritroso da Palermo a Salonicco con un clima più freddo ma sempre soleggiato.

Sono arrivato ai piedi dell'Etna il quale era ricoperto di neve, mi sono fermato per la seconda volta al Castel del Monte in Basilicata e ripreso il traghetto da Bari a Igoumenitsa.


Da Igoumenitsa a Salonicco ho guidato dalle 5.30 del mattino con -4 gradi per tutte le quattro ore di tragitto fino ad arrivare a casa stremato e febbricitante per il freddo.



Conclusioni:

un viaggio che merita una seconda visita.

La Tunisia offre tantissimo e ha superato le mie aspettative.

Sinceramente non sono mai stato convinto al 100% prima di partire ma devo dire che mi ha sorpreso in tanti aspetti, dalla rete stradale, le spiagge, le persone, il deserto e i prezzi veramente bassi.


Suggerimenti:

- avere con sé un kit per le forature se attraversate zone isolate. L'assistenza stradale c'è ma si rischia di perdere troppo tempo se avete i giorni contati o se sta calando il sole, l'escursione termicae pericolosa specie nelle zone desertiche


- se avete tempo, esplorate le strade anche meno conosciute evitando di tanto in tanto le autostrade, vi immergerete con la natura e scoprirete paesaggi inesplorati, specie nella zona del lago salato e del deserto salato


- sempre utile avere cash, anzi forse è d'obbligo se si mangia per strada a poco prezzo e rimane la forma più sicura di pagamento. A Tatouine, quando ho prelevato al bancomat con un occhio guardavo la moto per strada e con l'altro le persone che avevo sul collo che volevano guardare uno straniero che prelevava


- la rete stradale offre aree di servizio molto più capillari al Nord invece che al Sud.

La tanica non l'ho mai usata perché prima o poi un benzinaio lo si trova, e parlo di stazioni di servizio vere non dove vendono illegalmente la benzina algerina rubata stipata in bottiglie di plastica e filtrata con t-shirt


- sopratutto a Dicembre sempre bene portarsi una maglia o calza termica perché lo sbalzo giorno-notte è notevole


- tranquilli per la gendarmeria, mi hanno fermato e fatto complimenti per la moto e per il paese da cui provengo e dando un'occhiata veloce al passaporto, nessuno mi ha mai chiesto soldi


- se avete tanti chilometri e pochi giorni, meglio concentrarsi su hotel di categoria superiore, un hotel medio con parcheggio e colazione lo si puo trovare a 30-40 euro a notte e se si viaggia in coppia il costo è diviso a metà!


- non fidatevi dei venditori con il cammello perchè dopo aver insistito pesantemente a chiederti di fare un giro, provano l'ultima tattica: dicono che ti regalano una foto sopra il cammelo. Una volta seduto sopra, fanno alzare il cammello e ti portano in giro, sei fregato perchè non hai contrattato il prezzo e potrebbe iniziare una grossa discussione!


Itinerario in mappa



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